A partire dal 1916 per poco meno di un trentennio Antonietta Meneghel in arte Toti Dal Monte fu una delle cantanti più acclamate e contese a livello planetario. E possiamo limitarci alla definizione di cantante, senza specificarne il genere, in quanto all’epoca l’opera lirica era talmente popolare da poterla assimilare all’odierna musica pop. Per rendere l’idea del seguito di pubblico che avevano i più grandi cantanti lirici di quell’epoca, caratterizzata anche dall’avvento del disco, si potrebbe fare il paragone con le odierne star della musica “leggera” quali Madonna, Lady Gaga e Rihanna. Nulla a che vedere con il successo di nicchia che hanno gli attuali grandi nomi dell’opera quali, giusto per citarne un paio, Anna Netrebko e Jonas Kaufmann che, se chiedessimo in giro fra la gente della strada, probabilmente sarebbero noti ad una persona su diecimila.
Toti Dal Monte, in virtù di doti artistiche di assoluto rilievo – timbro tanto bello quanto personale, tecnica di alta scuola, intonazione perfetta e capacità interpretative fuori dal comune – divenne nota a tutti ed in ogni angolo del globo come “la Toti, l’usignolo d’Italia”.
Nata a Mogliano Veneto in provincia di Treviso il 27 giugno 1893, Toti rimarrà sempre molto legata al suo territorio ed alla sua gente tanto è vero che, non appena le finanze glielo consentirono, acquistò l’antica villa Biffis a Barbisano di Pieve di Soligo, ubicata in un angolo di paradiso all’interno di un parco con vista sui colli di Collalto costeggiato dal fiume Lierza. La grande artista fa rimaneggiare la costruzione ribattezzandola Villa Toti e la arricchisce di una chiesetta che dedica ai propri genitori e che fa costruire all’interno del grande
parco. L’amore per le proprie origini venete porta la grandissima artista a mettere la propria fama al servizio delle aziende del territorio che lei ritiene meritevoli di visibilità e, come anche Enrico Caruso, si fece promotrice del made in Italy nel mondo divenendo una sorta di influencer ante litteram.
In occasione della prima edizione del “Premio Lirico Toti Dal Monte”, interessantissimo progetto nato su iniziativa di Giuseppe Aiello, direttore artistico dell’Associazione Lirica Trevigiana, la commissione ha potuto conoscere la storica quanto poliedrica operosità che caratterizza la Marca Trevigiana e la lega a produzioni di eccellenza in svariati settori: vitivinicolo col celebre Prosecco (indimenticabile la degustazione effettuata presso la cantina “Colline Guizzette” in zona Cartizze), calzaturiero (interessantissima la visita al Museo della calzatura – Villa Foscarini Rossi a Strà), tessile (geniale la gestione del Lanificio Paoletti a Follina giunto oggi alla sua decima generazione), gastronomico (emozionante il pranzo presso la mitica Locanda da Lino a Solighetto, dove la Toti passò gli ultimi anni della sua vita). Ma non vanno ovviamente dimenticate le meravigliose ville della Riviera del Brenta, i numerosissimi luoghi d’arte (imperdibile per vari aspetti l’Abbazia Cistercense di Santa Maria di Follina) e certamente tutto il centro storico di Treviso
Quindi splendida l’idea di riutilizzare il nome di Toti Dal Monte, artista fiera del suo territorio, ravvivandone il nome e la gloria ma cogliendo anche l’occasione – lei ne sarebbe stata sicuramente lieta – per aiutare una zona che merita di essere scoperta da chi ancora non lo conosce.
Questa prima edizione del Premio Toti Dal Monte è stata conferita al soprano Marina Rebeka. L’artista lettone da oltre un decennio calca con grande successo i palcoscenici più importanti del mondo dal Metropolitan alla Scala, dalla Wiener Staatsoper alla Royal Opera House facendone di fatto una Primadonna degna di ricevere il Premio intitolato alla mitica Toti. La cerimonia di consegna del premio, avvenuta a Treviso presso il Teatro Comunale “Mario Del Monaco”, tirato a lucido per l’occasione e gremito in ogni ordine di posti – ovviamente al netto delle restrizioni dettate dalle norme anti-covid – prevedeva un concerto della cantante premiata accompagnata dalla giovane Venice Chamber Orchestra diretta da Speranza Scapucci.
Purtroppo, per un improvviso abbassamento di voce Marina Rebeka non ha potuto cantare.
Certo sono cose che possono capitare ma indubbiamente i continui spostamenti da una parte all’altra dell’Europa non aiutano la salute vocale dei cantanti: giunta la sera prima da Riga (dove era arrivata da pochi giorni dato che il 5 settembre aveva cantato a Catania) e diretta il giorno dopo a Zurigo (dove il prossimo 24 ottobre debutterà Leonora nel Trovatore diretto da Gianandrea Noseda), prima di procedere ancora per Catania dove il 23 settembre sarà Norma diretta da Fabrizio Carminati. Non possiamo affermare che la cantante lettone si muova agli stessi ritmi dei cantanti dell’epoca della Toti, quando i trasferimenti – soprattutto quelli in nave – avevano addirittura lo scopo di riposarsi.
Nel corso della cerimonia di premiazione che ha visto coinvolto anche Stefano Soldan, lungimirante Sindaco di Pieve di Soligo che ha il non trascurabile merito di aver creduto nel progetto di Aiello, è stata consegnata a Marina Rebeka la bellissima scultura opera di Alice Biba.
Per ovviare al buco creatosi nel programma della serata è stato aumentato il programma sinfonico grazie alla sensibilità degli orchestrali e della brava quanto simpatica Speranza Scapucci, la quale si è anche resa disponibile, insieme alla preparata e spigliatissima Melania Petriello conduttrice del Gala, a discorrere piacevolmente tra la direzione di una sinfonia e l’altra.
Il pubblico presente, nonostante l’imprevisto, ha mostrato di aver compreso il difficile momento dell’artista premiata gratificando con generosi applausi i momenti musicali ben eseguiti dai giovani orchestrali e diretti da Speranza Scapucci con un’energia che ha contribuito ad infondere un clima di grande gioia alla bella serata.
A titolo di cronaca ricordiamo la composizione della commissione di questa prima edizione del Premio Toti Dal Monte: Presidente di Giuria Stefano Soldan, Sindaco di Pieve di Soligo; Giurati: Regione Veneto; Chiara Casarin, Provincia di Treviso; Lavinia Colonna Preti, Assessore alla Cultura e Turismo di Treviso; Alessandro Mormile, musicologo, giornalista e critico musicale; Roberto Mori, giornalista e critico musicale; Danilo Boaretto, critico musicale e direttore OperaClick; Susanna Toffaloni, editore e press manager; Fabio Larovere, giornalista e critico musicale; Vincenzo Scalera, maestro accompagnatore; Nicola Pardini, maestro accompagnatore; Umberto Fanni, direttore generale Royal Opera House Muscat; Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena; Giuseppe Morassi, regista e Direttore di produzione del Teatro Stabile del Veneto; Giuliano Libero Scalisi, musicologo e responsabile dei Gruppi Artistici del Teatro San Carlo di Napoli; Alfredo Esposito, Responsabile del Programma strategico del Comune di Firenze.
La cronaca si riferisce alla serata del 12 settembre 2021.
Danilo Boaretto