Anche quest'anno hanno avuto luogo le "Passeggiate musicali" nell'ambito del Maggio Musicale Fiorentino, tre brevi itinerari organistici volti a far conoscere alcuni interessanti strumenti situati nelle chiese di Firenze, alcuni noti o notissimi (vedi il grande Serassi di San Lorenzo) altri sconosciuti ai più, e magari siti in chiesette quasi sempre chiuse e spesso inaccessibili. L'evento, nascosto tra le pieghe della programmazione del Maggio, ha avuto un discreto successo di pubblico anche se forse inferiore a quello che si sarebbe meritato.
Per queste brevi note vorrei partire dalla fine, cioè dalla terza delle tre Passeggiate, quella che si snodava sulla collina di Bellosguardo. Confesso che, nonostante conosca piuttosto bene Firenze, non ero mai stato in quella zona: le suggestioni sono grandissime, vecchie pietre per terra, muri sbrecciati che svelano giardini di un verde abbagliante, ingressi di ville che celano chissà quali dimore. Il cielo azzurro ed il sole ormai estivo hanno fatto da cornice a questa autentica "scarpinata" (andare a piedi su e giù per il colle costa un po' di fatica) che si è anche arricchita di reminiscenze letterarie: tutti noi ricordiamo se non altro di nome i montaliani Tempi di Bellosguardo, ed è noto che la zona ospitò fra gli altri anche Foscolo e Galileo.
In una chiesetta con anteposto un piccolo umile portico e lastre tombali per terra, tutta nascosta tra il verde, giusto all'inizio della stradina che da Bellosguardo porta verso Monte Oliveto, si trova un bellissimo organo che il pistoiese Pietro Agati costruì nel 1781 (a dire il vero per un'altra chiesa, ma che qui è stato portato) utilizzando in parte canne del primo Seicento forse derivanti da un manufatto di un'altra grande famiglia di organari, i cortonesi Romani. La Chiesa, dedicata ai santi Vito e Modesto, ha una sua semplice nobiltà e la cassa dell'organo fa da ricercato fondale all'altar maggiore.
Da lì parte la stradina che porta a Monte Oliveto, nella cui bellissima chiesa di San Bartolomeo si trova un organo del 1819 (trasportatovi dall'abbazia di Monte Oliveto Maggiore vicino a Siena) del pistoiese Benedetto Tronci.
Più "normali" e certo meno paesaggisticamente seducenti i primi due Itinerari: il primo riguardava fra l'altro la visita a due dei tre organi della Basilica di San Lorenzo, il più antico dei quali (quello nella navata di sinistra, allocato su una superba tribuna di scuola donatelliana la cui importanza artistica è stata illustrata da Monica Bietti) riusale addirittura nel suo nucleo più antico a Matteo da Prato, o Matteo degli Organi, vissuto a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Il secondo organo che è stato presentato è il celeberrimo Serassi che si trova in alto dietro l'altar maggiore, munifico dono di Vittorio Emanuele II alla città di Firenze (1864-65) quando fu nominata Capitale del Regno d'Italia: organo imponente, di grandi dimensioni ed importanza, dotato di tre tastiere e di un numero considerevole di registri e canne, cui fa un cattivo servizio l'essere quasi rinchiuso nella grande nicchia che lo ospita, ma che è egualmente capace di inondare fonicamente la grande Basilica. Nello stesso pomeriggio abbiamo avuto il piacere di scoprire anche un altro bellissimo organo Serassi, molto più piccolo ma dello stesso periodo, quello della Chiesa di San Barnaba, strumento che per il sottoscritto è stato quasi una rivelazione.
L'altro itinerario, il secondo della piccola serie, si è snodato nei pochi metri che vanno dall'Oratorio della Misericordia in Piazza del Duomo a Piazza San Firenze: nell'Oratorio si trova un piccolo ma interessante strumento del 1846 di Serafino Paoli da Campi Bisenzio, qui portato da un'altra chiesa. Si è poi passati all'organo del cortonese Onofrio Zefferini del 1558, splendido strumento rinascimentale che adorna la Badia Fiorentina, chiesa magnifica per arte e tradizioni (en passant è d'obbligo citare una meravigliosa pala di Filippino Lippi ivi conservata) nella quale lo strumento, visto anche la sua splendida facciata, trova la sua naturalissima collocazione. Infine a pochi metri dalla Badia l'organo di Michelangelo Paoli della Chiesa di San Firenze, strumento ottocentesco ma che ha subito modifiche successive.
Un itinerario quindi teso a mettere in evidenza alcuni fra i più belli degli strumenti storici fiorentini, ed anche esemplificativo di alcune delle varie "scuole" organarie che hanno lavorato in città, sia per vicinanza territoriale che per nobiltà dei manufatti, in particolare quella campigiana dei Paoli e quella delle due dinastie pistoiesi, gli Agati e i Tronci.
Giovanni Vitali era presente a nome del Maggio, e la competenza e l'affabilità di Gabriele Giacomelli hanno reso possibile l'avvicinarsi alla storia ed alle caratteristiche di ciascuno strumento da parte del pubblico, formato sia da musicisti che da semplici appassionati e curiosi, ai quali sono state illustrate le caratteristiche foniche e costruttive di ciascun organo con parole chiare e con un linguaggio non troppo tecnico e comprensibile ai più.
Giovani organisti hanno anche fatto sentire con garbo e proprietà stilistica le voci di questi strumenti ("Antichi suoni" è l'azzeccatissimo sottotitolo delle Passeggiate musicali), con musiche che vanno da Frescobaldi a Puccini, da Zipoli a Pachelbel e Bach, e li ricordiamo tutti insieme: si tratta di Tommaso Mazzoletti, Umberto Cerini, Lucia Baldacci, Giovanna Riboli e Francesco Giannoni.
Gli itinerari si sono svolti il 26 maggio, il 9 giugno e il 26 giugno.
Fabio Bardelli