Partecipazione. Parola chiave per il successo di un’iniziativa che nell’accezione di Festival comprende manifestazioni musicali, teatrali, scientifiche, culturali, per lo più periodiche.
LuccaClassica, il nuovo contenitore inventato dall’Associazione Musicale Lucchese a nuova guida Simone Soldati è quello che ci si dovrebbe aspettare da un Festival del terzo millennio. Via gli orpelli e le narcisistiche impostazioni di kermesse antiche, perché datate, tipo Maggio fiorentino, Lucca propone il suo modello di partecipazione festivaliera impostato su relax, fruizione libera, contemporaneità, estemporaneità, ricchezza di scelta, essenzialità e chiarezza. L’interdisciplinarietà è parola dal suono orribile, ma dagli effetti magici quando raggiunti, e qui è sottesa e mai pronunciata, come vuole il buon gusto. Praticata ed effettiva, come pretende il pubblico attento che non si lascia più incantare dagli emblemi araldici e non ne può più delle imposizioni di modelli settari e, tutto sommato, inefficaci già a prescindere.
Qui sono le singole persone a costruirsi il proprio percorso. Qui è Festival della Classica, perché incernierato su quel modello di musica colta, prima immaginata, poi composta e finalmente eseguita, a seguire lo stimolo delle centinaia di collegamenti sinaptici fra neuroscienza (appunto) e suono, fra parola e musica, fra sviluppo di se stessi e piacere di relazionarsi nell’armonia che solo la musica sa proporci.
I protagonisti sono semplici musicisti: compositori e interpreti. Sono scienziati: cognitivisti e sociologi. Sono musicologi e critici, sono attori e cantanti, sono strumenti d’epoca ed elettronici e liquidi. Sono ascoltatori e attenti curiosi. Ci si incontra per strada, in teatro, sotto un loggiato, al conservatorio, in un palazzo.
LuccaClassica è il Festival che t’aspetti di trovare nella mittleuropa delle sale dai sorprendenti risultati acustici (Sala dell’Ademollo a Palazzo Ducale!), è il Festival che t’aspetti di vivere in mezzo a centinaia di giovani con gli strumenti a tracolla, a professori con le borse a mano, a infaticabili volontari con le borse… agli occhi.
Giovanni Sollima, Sandro Cappelletto, Sonia Bergamasco, Domenico de Masi, Andrea Lucchesini, Guido Tonelli, Mario Brunello, Liuwe Tamminga, Giacomo Rizzolati, Mirella Di Vita, Amanda Sandrelli, il Centro Studi Giacomo Puccini. il Trio Animè, il Quartetto Adorno, i 100 Cellos, la Lucca Classica Street Band, Thierry Barbè, Oreste Bossini, Michela Lombardi, Pietro De Maria… sono assieme a decine di altri qui a divulgare, eseguire, dialogare, raccontare e descrivere la Musica e le sue stupefacenti interazioni con l’ambiente e le persone che lo compongono.
Senza soluzione di continuità, i pochi giorni di LuccaClassica (4, 5, 6 e 7 maggio), propongono e sviluppano centinaia di possibilità di incontro con uno dei linguaggi e patrimoni artistici più condivisi dal genere umano.
Impossibile relazionare delle singole performance, delle innumerevoli e differenti situazioni che si sono create e vissute nella città medievale dal respiro eterno, antico e contemporaneo.
Ci si ricordi dello sforzo di un musicista su tutti, di un pianista di raro valore che del manageriato culturale ha fatto ora il suo principale impegno e che di questo evento è stato propulsore e interprete. Simone Soldati, ha disposto la sua visione accogliente, inclusiva e partecipativa a LuccaClassica, imponendola di fatto come esempio virtuoso al paludato panorama nazionale festivaliero. A lui e ai suoi collaboratori il plauso delle migliaia di spettatori/attori di una delle più necessarie iniziative presentate in questi ultimi decenni sul territorio europeo. Mille di questi anni a LuccaClassica!
David Toschi