SOMMARIO
Introduzione
(di Danilo Boaretto)
Laura Brioli
biografia
Lo strumento nascosto
(prima puntata)
Intervista a Franco Fussi
a cura di Laura Brioli
INTRODUZIONE
di Danilo Boaretto
Chi mi conosce sa che il mistero della voce, la tecnica d'emissione, la storia della vocalità e tutto ciò che orbita intorno al canto lirico, sono fra le ragioni principali che ormai 21 anni fa mi spinsero ad inventarmi OperaClick. Per queste ragioni ho accolto con grande entusiasmo l'idea di creare una nuova rubrica che abbiamo deciso di intitolare "La vocologia al servizio del canto”; proposta giuntami da Laura Brioli mezzosoprano di invidiabile carriera internazionale certamente nota a tutte le persone che frequentando il mondo dell'opera. Da alcuni anni Laura, oltre a dedicarsi con soddisfazione e successo all'insegnamento del canto, si è specializzata in vocologia artistica. In cosa consiste questa specializzazione e quanto possa essere utile in ausilio allo studio del canto, ce lo spiegherà direttamente lei nella prima puntata introduttiva a questa nuova rubrica, per altro impreziosita da un'intervista al Dott. Franco Fussi.
Trattando argomenti che stimoleranno sicuramente domande e discussioni, abbiamo pensato di inserire, nel nostro storico forum, una nuova sezione intitolata “La vocologa risponde” ove poter porre domande e richieste di chiarimento in merito agli argomenti che verranno trattati. Ne approfitto per ringraziare pubblicamente Laura Brioli per il grosso contributo che la sua rubrica darà ad OperaClick nonché per l’entusiasmo, la passione e la competenza infuse in questo progetto.
LAURA BRIOLI
biografia
Laura Brioli, mezzosoprano di fama internazionale, esperta in Vocologia Artistica, docente di canto, vocal coach, docente di lingue straniere.
Nata a Rimini ha ottenuto il Diploma Accademico di II livello in Canto con il massimo dei voti e la lode presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni di Livorno. Ha ottenuto Diploma AFAM post Laurea, diretto dal Prof. Franco Fussi in Vocologia Artistica presso l’università di Bologna . È laureata col massimo dei voti e la lode in Lingue e Letterature Straniere Moderne all'Università di Urbino.
Nel 1996 frequenta l'Accademia Rossiniana di Pesaro sotto la direzione del M° Alberto Zedda, in seguito debutta ne Le Nozze di Figaro di Mozart a Sassari .
Al debutto seguono i più importanti ruoli delle opere del repertorio belcantistico, tra cui Il Barbiere di Siviglia (Rosina), La Cenerentola (Angelina), L'italiana In Algeri (Isabella), La pietra del paragone (Baronessa Aspasia), Il turco in Italia (Zaida), Norma (Adalgisa).
Nel 2001, debutta nel ruolo di Eboli nel Don Carlo e seguendo l’evoluzione della voce, si dedica al repertorio ottocentesco cantando Il Trovatore (Azucena), Aida (Amneris), Rigoletto (Maddalena), Luisa Miller (Federica), Nabucco (Fenena), Carmen (Carmen), Werther (Charlotte), Gioconda (Laura Adorno), e più tardi alcune grandi opere degli autori della “Giovane Scuola” italiana quali Cavalleria Rusticana (Santuzza), Zanetto (Zanetto), Adriana Lecouvreur (Principessa di Bouillon), Suor Angelica (Zia Principessa), Madama Butterfly (Suzuky).
Ha cantato come solista nel repertorio belcantistico e drammatico nei maggiori teatri italiani e esteri, tra cui Regio di Torino, Regio di Parma, San Carlo di Napoli, Opera di Roma, Comunale di Bologna, Fenice di Venezia, Bunka Kaikan di Tokyo, Opernhaus di Zurigo, Festival di Salisburgo, Palau de la Musica Valencia, Auditorium di Barcellona, Teatro Real di Madrid, Opera du Rhin di Strasburgo, Opera di Nizza, Teatro Nazionale di Sofia, Opéra Royale de Wallonie di Liegi, Opéra di Montecarlo, Deutsche Oper am Rhein di Duesseldorf, Staastoper di Amburgo, Choregie d’Orange, Opera de Montreal, Opera Bastille di Parigi, alla Staatsoper di Vienna, il Teatro Municipal di San Paolo del Brasile, Music and Art Center Seoul.
LO STRUMENTO NASCOSTO, FISICA E METAFISICA NELLA DIDATTICA DEL CANTO
(prima puntata).
La voce umana è un vero e proprio strumento a fiato, completo di cassa di risonanza, ancia doppia, mantice respiratorio.
La difficoltà principale nell'uso di questo delicato strumento, costituito da tessuti, muscoli, cartilagini e ossa, è il fatto di essere ben nascosto all'interno del nostro corpo senza che il singolo soggetto ne abbia alcuna percezione tattile.
Addirittura non si può né vedere né toccare, se non la parte esterna della cartilagine tiroidea, il cosiddetto “pomo d'Adamo” molto più esposto nell’uomo che nella donna, e la faringe, parte superiore del vocal tract.
Nella didattica di qualsiasi altro strumento musicale il docente è in grado di mostrare all'allievo come funziona lo strumento: lo può toccare, far vedere come si suona, come si impugna, può addirittura correggere manualmente la postura del corpo, il movimento, l'articolazione delle mani. Prendiamo ad esempio un professore di pianoforte, egli può correggere l'allievo modificandone la posizione delle dita e del braccio, può fargli osservare la propria esecuzione in modo da permettergli di imitare non solo il suono, ma anche la tecnica muscolare. Per questo motivo gran parte della didattica del canto nei secoli scorsi si è basata quasi esclusivamente sulle immagini sonore derivate dalla corretta emissione dei suoni stessi e per spiegare queste attitudini tecniche si è attinto a rappresentazioni metafisiche che spesso non corrispondono alla realtà biomeccanica del corpo umano.
Immagini come “girare il suono”, “appoggiare il diaframma”, “respirare nella pancia”, “mettere il suono in maschera”, “affondare il suono”, “aprire il palato duro” sono espressioni tipiche della didattica tradizionale che ben esprimono le sensazioni propriocettive che l'artista percepisce nel proprio corpo, ma che possono trarre in inganno da un punto di vista della gestione muscolare dello strumento. Ed è per questo che la scienza può venire in aiuto in questa meravigliosa arte che è il canto. Da alcuni anni in Italia, e molto prima in America, si è imposto un nuovo studio della voce, la Vocologia Artistica, atta a scandagliare tutti gli aspetti della vocalità, dal canto alla recitazione, dall'anatomia allo studio delle diverse tecniche vocali, attraverso l'analisi scientifica con strumenti di indagine quali elettromiografie, laringoscopie, ecografie, risonanze magnetiche dinamiche e tutta la strumentazione in gradi di analizzare il suono in tutti i suoi aspetti. Precursore di tale attitudine scientifica fu il celebre tenore Manuel Garcia, autore del celebre trattato “Trattato completo dell'arte del canto” che nell'Ottocento iniziò a studiare l'apparato vocale. Egli, attraverso l'uso della rifrazione dell'immagine con piccoli specchietti, riuscì a vedere e studiare le proprie corde vocali; di certo fu il primo vocologo della storia.
Negli anni Sessanta del secolo scorso in America la cantante Jo Estill studiò la fisiologia del proprio strumento e compose un celebre metodo, Estill Voice Training, per lo studio della muscolatura fonatoria e le sue applicazioni nella tecnica vocale di vari generi, dal canto lirico al pop.
È opinione di chi scrive, in veste di “Esperto in Vocologia artistica”, che la conoscenza della biomeccanica del mezzo vocale sia importantissima per la didattica del canto e per la professione artistica nelle varie specialità vocali.
Naturalmente lo studio dell'anatomia non insegna a diventare un buon cantante o un bravo maestro. È ovvietà che lo studio pratico della voce e l'esperienza diretta sul palcoscenico formino l'artista completo, ma la conoscenza della biomeccanica muscolare può assolutamente velocizzare l'apprendimento, evitare errori di approccio mentale, spiegare scientificamente sensazioni propriocettive a carattere soggettivo difficilmente condivisibili se non a rischio di pericolosi fraintendimenti, aiutare il performer a gestire l'emotività in quanto può padroneggiare con più sicurezza la propria muscolatura.
Concludendo, l'arte e la scienza possono finalmente unirsi nella conoscenza profonda di questa arte così raffinata e impalpabile che è il canto, per aiutare l'artista a dominare uno strumento delicato e volubile come la voce e renderlo padrone assoluto del proprio unico e irripetibile strumento.
Nei prossimi articoli si descriveranno i principali aspetti della tecnica vocale affrontati dal punto di vista della biomeccanica, descrivendo il funzionamento della muscolatura atta alla presa del fiato (atto fondamentale della preparazione allo strumento voce), all’equilibrio pneumofonico (i principi dell’appoggio e del sostegno), ai movimenti dei muscoli del vocal tract continuando con la descrizione dei tre principi dell’eufonia (portanza, penetranza e vibrazione), dei diversi registri vocali e della loro produzione e risoluzione, nonché tutti gli aspetti della vita professionale del cantante lirico, dal movimento scenico alla gestione del fraseggio e della prosodia, all’igiene vocale.
Un viaggio all’interno del corpo umano alla scoperta dei segreti della voce umana, meraviglioso strumento nascosto, unico e irripetibile, capace di eseguire innumerevoli suoni e per sua natura così difficilmente gestibile poiché legato non solo alla produzione artistica dell’interprete, ma soprattutto alla sua naturale espressione colloquiale e emozionale.
Comprendere la funzionalità biomeccanica di tale strumento è fondamentale per aiutare i professionisti della voce e i docenti di canto nella gestione e nell’insegnamento di questa meravigliosa arte che è il canto.
INTERVISTA AL DOTT. FRANCO FUSSI
(a cura di Laura Brioli)
La didattica del canto non può più prescindere dalla conoscenza della biomeccanica muscolare dello strumento voce. Come può la vocologia aiutare i cantanti e i docenti nella scoperta dei segreti della voce?
A volte la conoscenza scientifica e fisiologica del fenomeno voce viene scambiata per meccanicismo, come se la realtà tecnica vocale che rende il cantante padrone di gestire in sicurezza e consapevolezza il proprio organo vocale, a realizzare le meraviglie del canto e dell’interpretazione, non potesse avvantaggiarsi di una coscienza fisiologica di ciò che il nostro corpo e le nostre corde vocali stanno facendo. Io credo che la consapevolezza dell’emissione, di cosa sto facendo per raggiungere un determinato risultato sonoro, siano strumenti che aiutano la coscienza e riproducibilità del gesto vocale, cooperino alla sua memorizzazione e automatizzazione, rendendo così libero il cantante di interpretare.
Le metafore e l’imitazione nella didattica hanno sicuramente un ruolo importante, ma il comprendere come determinate risultanze vocali vengono attuate dal nostro organo vocale sono elementi essenziali sia per un docente che voglia lavorare in maniera oggettiva sulla voce dell’allievo, sia per un allievo al fine di poterle controllare con consapevolezza. Le conoscenze fisico-acustiche, le diverse procedure di apprendimento, la coscienza delle conseguenze dei movimenti laringei e risonanziali sul suono, possono essere degli elementi-guida per una competenza razionale della tecnica canora.
La vocologia viene descritta per la prima volta dal foniatra americano Ingo Titze come la scienza e la pratica dell’abilitazione vocale, che include interventi di tipo valutativo, diagnostico e comportamentale, sottolineando soprattutto il concetto dell’abilitazione piuttosto che quello della riabilitazione o della terapia, sia essa medica o chirurgica.
Abilitare è un concetto più ampio rispetto al riparare una voce o riportare una voce patologica a una condizione primitiva ed implica il processo di potenziamento e rafforzamento di una voce volto al raggiungimento di specifici bisogni del professionista vocale. Non è riparare una voce o riportarla a uno stato precedente ma un processo di apprendimento o riappropriamento della gestione della funzione vocale per rispondere a sue funzioni molto specifiche e speciali, in questo caso professionali ed artistiche.
Negli Stati Uniti la Vocologia ha quindi acquisito una connotazione diversa rispetto a quella che ha attualmente nel nostro paese ed è riconosciuta come disciplina a sé stante, facente parte dell’insieme più vasto delle Communication Sciences. In Italia, invece, la Vocologia rappresenta una superspecializzazione che fornisce competenze alle attività delle figure professionali che si occupano in modo particolare della cura e abilitazione della voce professionale ed artistica combinando le discipline della foniatria, della laringologia e della logopedia, con discipline non propriamente mediche, quali la tecnica vocale nel canto, dizione, voce attoriale e oratoria in genere. Non è una laurea o un diploma, il titolo non crea una figura professionale ma attribuisce una competenza, indipendentemente dalla professione di base (medico, logopedista, maestro di canto, ecc.). Il titolo di esperto in vocologia quindi non viene a connotare una specifica figura professionale ma attribuisce una competenza indipendentemente dalla professione di base, medico, logopedista, maestro di canto ed è quindi un titolo con valenza integrativa.
C'è ancora molto da scoprire sull'aspetto fisiologico della produzione vocale?
La ricerca non ha mai fine, soprattutto per quanto concerne i risultati di una funzione come quella vocale. Lo attesta l’enorme interesse che la voce ha da ormai vent’anni per le neuroscienze, gli studi continui su tutto quello che concerne la vocalità artistica che vengono pubblicati trimestralmente su riviste internazionali apposite, il Journal of Voice e il Journal of Singing, con la collaborazione e il confronto tra didatti, ricercatori, scienziati, che si occupano di educazione vocale nei suoi innumerevoli stili e della cura e riabilitazione della voce professionale.
Qual è l'aspetto più affascinante del suo lavoro con l'artista?
Ritengo un privilegio il poter entrare nel mondo dell’artista, nelle sue urgenze e nelle sue fragilità, fargli sentire che dietro le quinte c’è una persona che lo aiuta e lo sostiene.
La mia passione per la voce e per il canto è sicuramente nata con l’incontro con il canto lirico, essendo stato folgorato all'età di 6 anni dal fascino del teatro d'opera per aver assistito ad una recita di Rigoletto al teatro Bonci di Cesena. Da allora seguivo le intere Stagioni al Teatro dell'Opera a Roma, dove abitavo, e puntualmente mi intrufolavo nei camerini dopo le recite per conoscere gli interpreti, chiedere loro foto e autografi, forse cercando inconsciamente il privilegio di carpirne il vissuto "dietro le quinte". Ma contemporaneamente seguivo tutta la canzone italiana del momento, da Mina a Rita Pavone.
Quando all'Università dovetti poi scegliere l'ambito di interesse nella facoltà di medicina, non mi parve vero venire a conoscenza del fatto che esisteva una specializzazione, allora agli albori, che si occupava di comunicazione linguistica e vocale, la foniatria; capii subito che forse era quello il luogo in cui avrei potuto rimanere vicino ed essere utile a quel mondo che tanto mi aveva affascinato. Gestire poi queste persone da medico ti fa entrare nel loro mondo, a volte singolare e a volte sopra le righe, dietro al quale spesso si celano debolezze, incertezze psicologiche, drammi esistenziali, fragilità, che fanno la verità dell’umano.
Lascia sempre stupefatti come dietro l’imperfezione che è dell’umano si celi la possibilità di creare attimi di assoluto in campo artistico. Ma oltre al rapporto medico-amico-paziente, quindi l’attività clinica, ciò che negli ultimi 16 anni ha dato nuove soddisfazioni al mio lavoro è stato il tentativo di iniziare un percorso di dialogo, legame e collaborazione tra tutte le figure che si occupano di voce professionale e artistica, in relazione ai più svariati generi vocali, nato nel 1998 con il primo convegno internazionale di foniatria e logopedia La Voce Artistica che da allora, ogni due anni, organizzo al teatro Alighieri di Ravenna per dare la possibilità di incontro e scambio di esperienze e di conoscenza delle reciproche competenze (didattiche, riabilitative, cliniche, ecc.) a maestri di canto, allievi, logopedisti e foniatri.
Tale esperienza ci ha portato inoltre alla creazione del primo Master Universitario specifico in Vocologia Artistica che svolgiamo a Ravenna per conto dell’Università di Bologna dal 2005 e giunto ora alla sua dodicesima edizione.
Laura Brioli