Elche è una città facente parte della comunità autonoma valenciana e ubicata a circa venticinque chilometri a sud di Alicante. Noi siamo stati attratti da questo luogo per assistere all’ultimo concerto della stagione sinfonica che ha segnato il 35° anniversario della fondazione dalla OSCE Orchestra Sinfonica Città di Elche. In realtà abbiamo scoperto un luogo dove la musica è affiancata ad una splendida natura, la storia millenaria si può apprezzare anche attraverso i vari reperimenti di antiche civiltà che si possono ammirare in vari luoghi della città, le tradizioni popolari sono fortissime, la gastronomia è da urlo e l’ospitalità ha davvero pochi eguali.
L’OSCE, meravigliosa compagine orchestrale costituita per la maggior parte da giovani professori, è stata fondata nel 1988 da Alfonso Saura ed è attualmente il più antico gruppo orchestrale stabile della provincia di Alicante. Carlos Pérez, attuale presidente dell’orchestra, svolge un compito fondamentale per quel che concerne la raccolta fondi che maggiormente provengono dal Comune di Elche ma anche da qualche sponsor locale. Particolarmente importante è l’attività di divulgazione e educazione alla musica effettuata dall’ Orchestra Sinfonica Città di Elche nei confronti dei ragazzi delle scuole dedicando loro circa dodici concerti l’anno per una partecipazione media di circa 10.000 scolari.
Le esibizioni di questa orchestra, al pari del concerto a cui abbiamo assistito, si tengono nell’elegante Gran Teatro di Elche. Un teatro inaugurato con il nome di Kursaal il 24 marzo 1920 e rimodernato, mantenendo la struttura originaria, nel 1996. La struttura a pianta ovale è dotata di una platea piuttosto ampia, due ordini di palchi e una galleria, il tutto per una capienza complessiva di circa 700 spettatori.
L’evento conclusivo della stagione vedeva un programma particolarmente impegnativo con l’apertura affidata al Concerto per violino e orchestra op.35 di Ciajkovskij e a seguire la Sinfonia n.2 in re minore op.73 di Brahms.
Sul podio Mihnea Ignat, direttore musicale dell’OSCE, rumeno di Craiova ma ormai di casa in terra spagnola, ha mostrato ottima personalità, padronanza del mestiere e perfetto feeling con la sua Orchestra dalla quale ha saputo estrarre un bel suono compatto, dinamiche ampie, agogiche interessanti e i necessari cromatismi.
Il concerto per violino e orchestra op.35 di Ciajkovskij, l’unico concerto per violino presente nell’ampio e variegato catalogo del grande compositore russo, ha visto la luce con grandi difficoltà dovute quasi esclusivamente nell’estrema complessità della parte riservata al violino. Non per niente i primi due violinisti individuati da Ciajkovskij per la prima esecuzione, preferirono rinunciare: il primo era il suo allievo e amico Iosif Kotek (che per altro aveva fornito qualche consulenza tecnica in fase di stesura della partitura), il secondo era Leopold Auer, celebre concertista dell’epoca; Auer una volta letto lo spartito declinò gentilmente. Infine, dopo tre anni dal termine della composizione, Adol'f Brodskij accettò di eseguire il concerto a Vienna il 4 dicembre 1881. Purtroppo, il temuto critico del Neue Freie Presse il tedesco Eduard Hanslick, stroncò la composizione ed in particolar modo la parte solistica affidata al violino.
Solamente dalle successive riprese londinesi questa particolare composizione di Ciajkovskij iniziò ad essere apprezzata e consegnata alla storia.
Solista del concerto a cui abbiamo assistito a Elche era il violinista macedone Gjorgi Dimchevski, primo violino dell’Orquestra de la Comunitat Valenciana (OCV è l’orchestra del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia) il quale, dotato di una tecnica di altissimo livello e un’abbondante dose di talento interpretativo ha offerto all’attentissimo pubblico un’esecuzione da gran virtuoso, precisissima e pressoché esente da sbavature ma anche intrisa di dolcezza ed autenticamente elegante. Il primo tempo Allegro moderato - Moderato assai, è risultato appassionatissimo, fitto di sbalzi emotivi che ci hanno portato dalla tristezza alla gioia sino ad una sensazione di profonda pace; la Canzonetta - Andante del secondo movimento ha dato la possibilità a Simchevscki di sfoggiare il suo grande talento musicale. Il terzo movimento Finale. Allegro vivacissimo - nel vero senso della parola - è stato un autentico vortice di emozioni che ci ha trascinato in una danza sfrenata dettata dall’estrema agilità del violino. Ottima la direzione di Mihnea Ignat che ha saputo gestire molto bene le sonorità, con volumi orchestrali mai prevaricanti nei confronti del solista, ma offrendo qualcosa di più del mero accompagnamento ed evidenziando adeguatamente i vari inserti strumentali.
La serata è proseguita con la Sinfonia n. 2 in re maggiore per orchestra, op. 73 di Johannes Brahms. Scritta quasi di getto durante le vacanze estive che il compositore tedesco trascorse in Carinzia nel 1877, la Seconda sinfonia, segnò la sua prima esecuzione al Musikverein di Vienna nel dicembre dello stesso anno.
Il clima bucolico e di estrema serenità di cui è intrisa questa sinfonia, trovano nella distesa direzione di Mihnea Ignat un interprete particolarmente sensibile e autore di una lettura attenta, intensa, incisiva (come si confà, soprattutto al primo e quarto movimento) ma senza eccessi. Bello il colore degli archi protagonisti di momenti di grande espressività. Nel complesso da lodare il suono dell’Orchestra Sinfonica Città di Elche, come buoni sono stati gli inserimenti richiesti alle prime parti.
Al termine un calorosissimo quando meritato trionfo di pubblico.
Come accennavamo all’inizio di questo articolo, siamo rimasti molto colpiti da Elche e dintorni, ragion per cui proviamo ad elencarvi alcuni buoni motivi per venire a fare una visita da queste parti, aggiungendovi anche qualche consiglio utile per una buona permanenza:
Servizio effettuato in occasione del concerto tenutosi sabato 13 maggio 2023
Danilo Boaretto
il violinista Gjorgi Dimchevski |
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