Manon Lescaut | Anna Netrebko |
Lescaut | Davide Luciano |
Des Grieux | Joshua Guerrero |
Geronte | Evgeny Solodovnikov |
Edmondo | Carlos Osuna |
Musico | Juliette Mars |
Ospite | Marcus Pelz |
Sergente | Simonas Strazdas |
Comandante | Evgeny Solodovnikov |
Direttore | Jader Bignamini |
Regia e Luci | Robert Carsen |
Scene e Costumi | Antony McDonald |
Coreografia | Philippe Giraudeu |
Drammaturgo | Ian Burton |
Orchestra e Coro della Wiener Staatsoper |
Nel prestigioso Teatro dell'Opera di Vienna, fa il suo ritorno Manon Lescaut di Puccini con un cast d’eccezione, guidato dalla regia e scenografia impeccabili di Robert Carsen. Questo spettacolo, andato in scena per la prima volta a Vienna nel 2005, sostituisce l'impianto tradizionale di Otto Schenk.
La rappresentazione dell’8 novembre è stata inoltre condivisa in diretta streaming dal principale teatro viennese con un cambiamento di cast: Joshua Guerrero ha sostituito Yusif Eyvazov nel ruolo del Cavaliere Des Grieux.
Questa produzione si colloca nell'attualità, immergendosi in una società consumistica dove il denaro sembra dettare legge. La scena si svolge all'interno di un centro commerciale di alta moda, con eleganti boutique una accanto all’altra. I sontuosi costumi ideati da Antony McDonald completano l'opera con uno splendore unico. Carsen ha messo al centro dell’opera la scelta tra la ricchezza e il vero amore.
Manon, interpretata da Anna Netrebko, entra in scena con passo lento, ammirando i vari negozi. Ed è proprio davanti a questi negozi che conosce lo studente squattrinato Des Grieux, interpretato dal messicano-statunitense Joshua Guerrero. Sebbene la cornice non sia propriamente romantica, il contrasto tra l'opulenza circostante e la condizione economica precaria dello studente emerge immediatamente. Il secondo atto si svolge in un attico con una cabina armadio ricolma di abiti di lusso e gioielli, mentre il terzo e quarto atto tornano ad essere ambientati all’interno del centro commerciale, ormai chiuso e decadente. Manon muore di sete tra le braccia dell’amato incapace di trovare conforto tra le vetrine dei negozi serrati. C’è un innegabile contrasto tra il libretto e le scene, ma il messaggio rimane potente.
Manon muore senza aver assaporato appieno né il lusso, né l’amore, pur avendoli sfiorati entrambi. Umiliata, privata di dignità dalla deportazione, alla fine perde la vita tra le braccia di quell'amore che ha scelto ormai troppo tardi. Emblematico il momento in cui prova a “bere” una collana di diamanti.
Il soprano Anna Netrebko offre un'interpretazione straordinaria di Manon, dimostrando ancora una volta una tecnica vocale impressionante. Fin dalla prima battuta, "Manon Lescaut mi chiamo...", la differenza di intensità sonora con il tenore Joshua Guerrero diventa evidente in termini di volume. La voce del soprano russo trasporta gli spettatori in un'altra dimensione, ogni acuto fa trattenere il respiro, mentre sembra raggiungere le vette senza alcuno sforzo apparente. Nel finale, si lascia completamente andare, con ricchezza timbrica e una presenza scenica potente e appassionata. La sua voce infatti, sembra infatti proiettarsi perfettamente nello spazio senza perdere la sua qualità timbrica.
Purtroppo, Netrebko e Guerrero non hanno un’alchimia convincente, specialmente come coppia di giovani innamorati. Il duetto nel secondo atto era un po' goffo, come se fossero sotto tensione (forse per la mancanza del consorte-partner del soprano).
Il tenore messicano-statunitense sembra procedere con molta cautela, forse timoroso di mettere in evidenza la differenza tra lui e Netrebko (o preoccupato per la diretta streaming?) Non fa strafalcioni, solo erroretti di dizione (“dican le dolci labbro come vi chiamate”), purtroppo molto udibili. Migliora leggermente nell'atto finale, anche se gli manca la passione necessaria per la riuscita completa del suo personaggio.
Il baritono Davide Luciano, nel ruolo di Lescaut, ha regalato un'interpretazione vocale sorprendente, dimostrando un’abilità tecnica notevole nella gestione della sua voce, con una gamma e flessibilità vocali che hanno colpito intensamente e positivamente il pubblico. Il basso Evengy Solodnikov è stato un Geronte solido ma poco appariscente, un capo-mafia perennemente seguito dai suoi scagnozzi con abito e occhiali da sole. Carlos Osuna (tenore) si è distinto come un Edmondo vocalmente potente e con un’appassionata espressione artistica.
Per concludere, l'Orchestra dell'Opera di Vienna, guidata da Jader Bignamini, si presenta come un elemento trainante e carico di energia. Bignamini dirige con maestria e coinvolgimento dando un’interpretazione eccezionale dell’intermezzo sinfonico.
Il pubblico presente, al solito attento ed esperto, ha applaudito abbondantemente tutto il cast, soprattutto Netrebko, Luciano, e Bignamini.
Nota di colore: la nostra primadonna ha dato forfait ai fans in attesa all’uscita degli artisti del teatro, muniti di fiori e di regali, e ansiosi di congratularsi di persona. A detta del portiere, sembra essere sgattaiolata dalla porta sul retro. Ah, il divismo!
La recensione si riferisce alla recita dell'8 novembre 2023.
Barbara Valmarana