Tenore | Riccardo Massi |
Baritono | Markus Werba |
Direttore | Jordi Bernàcer |
Direttore del coro | Paolo Longo, Michele Gallas |
Orchestra e Coro del Teatro Verdi di Trieste in collaborazione con FVG Orchestra e Coro del Friuli Venezia Giulia | |
Il 2024 ha visto sostanzialmente tutti i teatri del mondo celebrare il centenario della morte di Giacomo Puccini.
Nell’ultimo concerto della stagione sinfonica, al Verdi di Trieste – che nel 2023 ha messo in scena Manon Lescaut e nella scorsa estate ha ripreso una Turandot nel Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto – ancora Puccini è stato protagonista nel giorno del suo teorico compleanno con la Messa a quattro voci con orchestra (Messa di Gloria).
Si può dire? Pagina musicale giovanile, impegnativa e francamente non memorabile ma che è stata onorata da un’esecuzione scintillante e convincente.
Complimenti a Paolo Longo e Michele Gallas, direttori del Coro, che sono riusciti nell’impresa – sempre perigliosa – di amalgamare le voci di due realtà artistiche diverse: la compagine locale e quelle del Coro del Friuli-Venezia Giulia.
Jordi Bernàcer, sul podio dell’Orchestra del Verdi, ha trovato un buon equilibrio nella sua interpretazione di una pagina in cui convivono suggestioni diverse e spesso anche contrastanti.
La composizione, infatti, paradossalmente trova un percorso unitario nella frammentarietà di stili che si rifanno ai modelli bachiani (le fughe), verdiano (certi accenti eroici) e contemporaneamente guardano avanti, a quel Puccini che diventò poi famoso per le melodie accattivanti: non a caso il Compositore si ricordò della sua giovanile Messa per Edgar e Manon Lescaut.
Il brano è strutturato sulla liturgia in cinque parti della Messa cattolica: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei.
Sono stati convincenti i due solisti Riccardo Massi (tenore) e Markus Werba (baritono) nelle loro piccole ma impegnative parti.
Eccellente mi è sembrato, come già accennato sopra, il rendimento del Coro che è il stato il vero protagonista della serata. Particolarmente brillante l’arduo Gloria.
L’Orchestra del Verdi (in collaborazione con la FVG Orchestra) è stata una volta di più spettacolare in tutte le sezioni e, lo ribadisco per l’ennesima volta, di là della singola prestazione è da considerarsi al pari del Coro un patrimonio culturale e umano che va arricchito e sul quale è opportuno investire risorse emotive ed economiche.
Teatro affollato, pubblico attento e prodigo di applausi per tutti i protagonisti.
La recensione si riferisce alla serata del 22 dicembre 2024
Paolo Bullo