Violinista | Sergej Krylov |
Direttore | Daniele Giorgi |
Orchestra Leonore | |
Programma | |
Hans Gàl | Kaledonische Suite op. 54 |
Piotr Ilijc Chaikovsky | Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 35 |
Felix Mendelssohn-Bartholdy | Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 "Scozzese" |
Chiusura in grande stile della corrente stagione sinfonica pistoiese, che vede per l'ultimo concerto un programma abbastanza variegato (e che curiosamente va “a ritroso” nel tempo, dal primo al terzo brano in programma) con l'Orchestra Leonore diretta da Daniele Giorgi e la partecipazione del violinista Sergej Krylov. Si apprende che l'inaugurazione della prossima stagione siinfonica è il giorno 11 novembre, e sarà un'apertura “col botto”: un concerto dell'Orchestra Leonore diretta da Daniele Giorgi con il violinista Valeriy Sokolov, mentre la stagione cameristica inizierà il 5 novembre col pianista Grigory Sokolov.
Forse anche l'occasione celebrativa di questa festosa “serata di chiusura” ha portato a mettere in locandina un brano popolarissimo ed amato sia dal pubblico sia dai violinisti come il Concerto op.35 di Piotr Ilijc Chaikovsky, cui si associa ad inizio serata una breve piacevole pagina di Hans Gál, compositore austriaco di origine ebraica (1890 - 1987) emigrato a Londra nel 1938. La composizione, dalla scrittura perfettamente tonale e dal linguaggio in bilico fra un tardo Ottocento e suggestioni novecentesche, si ispira a danze popolari scozzesi: la linea compositiva appare del tutto tradizionale e - per così dire - senza scosse, ricca come è di suggestioni coloristiche evidenziate dall'attenta lettura che ne dà Daniele Giorgi a capo dell'Orchestra Leonore, apparsa nel corso della serata particolarmente coinvolta.
Ma il pezzo forte della prima parte del concerto è indubbiamente il concerto chaikovskiano, paradigma dei concerti solistici tardo-romantici: tanta fu l'ostilità dei contemporanei del compositore, ed in particolare del musicologo austriaco Eduard Hanslick, tanta è la popolarità che la pagina assunse successivamente tra gli ascoltatori, che si lasciarono catturare dalla fantasia ammaliante e dalla sorgiva ispirazione, mentre la valutazione artistica è stata nel tempo un po' alterna.
Sergej Krylov non si sottrae certo al compito di offrici (questo concerto è sicuramente un must per tutti i virtuosi dell'archetto, dall'epoca di Chaikovsky ai giorni nostri) la celeberrima pagina, che offre al solista il destro per mostrare tutta la sua valentia. Il primo e il terzo tempo necessitano di nervi saldissimi e grande spolvero tecnico, doti delle quali Krylov nel pieno della carriera (è nato a Mosca nel 1970 ed è quindi all'acme della maturità artistica) ha completo possesso. Impressionante è la facilità e la sicurezza con cui il violinista russo riesce a venire a capo delle grandi difficoltà tecniche della composizione (magari nel primo tempo Allegro moderato non tutte le frasi sono perfettamente a fuoco: a molte frasi al fulmicotone si alternano altre un po' meno centrate); volendo trovare un difetto, leggermente più in ombra appare l'intimismo del secondo movimento Canzonetta Andante, dalla cantabilità forse un poco trattenuta.
Krylov ha sempre un suono luminoso, assai controllato, una bella intonazione, e la tecnica appare quasi sbalorditiva. In questo concerto che sembra quasi l'apoteosi del lessico violinistico si immerge e nuota come un pesce nell'acqua, trascinando col suo smisurato virtuosismo il pubblico (addirittura con un applauso scrosciante al termine del primo movimento Allegro moderato) che si lascia sinceramente ammaliare - contrariamente all'occhiuto Eduard Hanslick - dalla spontaneità, dalla fantasia e dalla freschezza della composizione non meno che dalla tecnica richiesta al solista.
Daniele Giorgi dirige quella splendida realtà che è ormai l'Orchestra Leonore con grande efficacia e partecipazione (forse anche perchè anche lui è violinista, primo violino di spalla dell'Orchestra della Toscana) attraverso un dialogo serratissimo e vitale.
Il ciclo iniziato in ambito scozzese con la Kaledonische Suite di Hans Gál si chiude con quello splendido capolavoro della Sinfonia n. 3 ”Scozzese” op. 56 di Felix Mendelssohn-Bartholdy (in una mia ipotetica classifica personale una delle più belle sinfonie mai scritte in assoluto), della quale Giorgi e l'entusiasta orchestra danno una lettura vitalistica anche se, considerando l'efficacia della camera acustica del Manzoni, un po' sopra le righe. Il direttore sembra puntare molto sull'efficienza collettiva, coadiuvato dall'Orchestra Leonore in gran serata, con tutte le sue prime parti strumentali molto applaudite dal pubblico.
Successo calorosissimo per tutti da parte degli spettatori piuttosto numerosi, e come bis Sergej Krylov ha suonato da par suo l'ultimo dei 24 Capricci di Niccolò Paganini.
La recensione si riferisce al concerto del 19 maggio 2022.
Fabio Bardelli