Giovanni Battista Pergolesi | Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di S. Guglielmo Duca d’Aquitania – Sinfonia |
Leonardo Leo | Argene: “Ferma crudele… Confusa, smarrita” |
Leonardo Vinci | Silla dittatore: “Del tuo più bel sembiante” |
Alessandro Scarlatti | Sonata a quattro in re minore |
Domenico Sarro | Il Valdemaro: “Ah che nel mezzo… L’idol mio veder mi sembra” |
Nicola Porpora | La Semiramide riconosciuta: “Fuggi dagli occhi miei” |
Nicola Porpora | Sinfonia in La maggiore |
Nicola Porpora | La Semiramide riconosciuta: “Partì l’infida…. Passagier che sulla sponda” |
Domenico Sarro | Il Valdemaro: “Se fossero le lagrime” |
Francesco Durante | Concerto n. 5 in La maggiore |
Leonardo Leo | Argene: “Son fra ritorte” |
Leonardo Vinci | Silla dittatore: “Empi volete sangue” |
Domenico Sarro | Arsace: “Onde in sì fiera sorte… Se penso a Statira” |
Teresa Iervolino | mezzosoprano |
Christophe Rousset | direzione |
Talenti Vulcanici |
Una volta tanto varrebbe la pena iniziare a descrivere un concerto dalla fine, dal bis che Teresa Iervolino seguita dai Talenti vulcanici diretti da Christophe Rousset ha concesso al pubblico che riempiva la veranda neoclassica dell’ottocentesca Villa Pignatelli di Napoli.
Questo bis era “Nel profondo e cieco mondo” dall’Orlando Furioso di Vivaldi, aria spettacolare, di temperamento, per niente facile. Eppure la Iervolino l’ha eseguita con veemenza e precisione, fresca come una rosa e come se niente fosse alla fine di un concerto lungo e impegnativo, interamente dedicato, per il resto, a compositori della scuola napoletana.
Una scelta di repertorio a cui da anni la Fondazione Pietà dei Turchini ci ha abituato e che era venuta a mancare negli ultimi periodi per ovvi motivi, e adesso messa insieme dal musicologo Paologiovanni Maione con il solito gusto per le proposte rare all'ascolto. D’altra parte già il titolo della serata, Primadonna/Primouomo nell’opera del Settecento, faceva capire che si trattava di numeri per grandi protagonisti, e la Iervolino si è ritrovata a ridare voce alle musiche composte per le esibizioni dei maggiori cantanti di allora, da Caffarelli al “Nicolino” Nicola Grimaldi alla “Romanina” Marianna Benti-Bulgarelli (già rievocata anni fa sempre dai Turchini in una serata con protagonista Giuseppina Bridelli) .
Leonardo Leo, Leonardo Vinci, Nicola Porpora e Domenico Sarro sono gli autori delle quattro opere scelte per il recital, con due arie per ciascuna di esse e l’aggiunta di “Se penso a Statira” dall’Arsace di Sarro a chiudere il programma annunciato. Un vero tour de force in cui Teresa Iervolino ha avuto buon gioco anche per la lunga frequentazione col repertorio antico grazie alla quale conosce il modo per renderlo in modo preciso ma senza fare accademia, anzi mostrando un'autentica emozione nel rendere vividi i tanti affetti in gioco. Tutto, stavolta, stimolata dalla presenza di un direttore del calibro di Rousset, eccezionalmente sul podio dei Talenti vulcanici, l’ensemble dei Turchini, a celebrarne il decennale dalla fondazione.
La Iervolino mostra da subito piglio e sicurezza, il numero di esordio è un’aria di sgomento come “Confusa, smarrita” dall’Argene, ancora di Sarro, che l’ha costretta a salti di ottava risolti senza sforzo alcuno, preceduta dal lungo e impegnativo recitativo “Ferma, crudele”, sottolineato dagli accordi ora incalzanti ora sospesi dell’orchestra.
In più di un momento è venuto da pensare che il timbro autenticamente mezzosopranile dell'interprete desse la realizzazione più compiuta a queste note, così i due momenti della Semiramide riconosciuta di Porpora: la contrastata “Passagier che sulla sponda” che fu eseguita da Caffarelli e l’aria di Semiramide, l’agitata “Fuggi dagli occhi miei” che ha chiuso la prima parte della serata in cui voce piena e timbro dai toni caldi si sposano bene con la regalità dell’espressione.
Il Silla dittatore di Leonardo Vinci nacque al Teatro San Bartolomeo di Napoli nel 1723 proprio per i due divi di cui dicevamo, il Nicolino e la Benti Bulgarelli. Teresa Iervolino riprende le note scritte per entrambi differenziando emotivamente i momenti ma unificandoli con istinto d’interprete, così nel furore di “Empi, volete sangue”e in “Del tuo più bel sembiante” dove l’anima è più placata.
Curiosa coincidenza, gli intermezzi buffi per questa stessa opera, Albino e Plautilla, furono riproposti pochi anni fa in una serata organizzata dai Turchini e stanno rivivendo in queste ultime settimane, trasmessi da Rai5.
Protagonista al pari della cantante l’ensemble dei Talenti vulcanici, multiforme nel senso che vi trovano posto giovani strumentisti da diversi paesi che qui ricevono formazione. Christophe Rousset ha imposto un’impronta ben netta all’insieme. Fin dall'inizio della Sinfonia dalla composizione sacra Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di S. Guglielmo duca d’Aquitania di Pergolesi, l’attacco autorevole e deciso ha segnato la cifra dell’orchestra in questa serata: dinamiche variegate, controllo serrato dei tempi con chiaroscuri che rendevano sferzante il discorso musicale. Se la Sonata a quattro in re minore di Alessandro Scarlatti ha rivelato l’equilibrio fra le sezioni strumentali così come la Sinfonia in la maggiore di Porpora, la vera gemma della parte strumentale è stata la proposta del Concerto n. 5 in la maggiore di Francesco Durante con la sua stringata magnificenza. Nel toccante Largo trova il momento di migliore espressione la tiorba di Elisa La Marca, solista da apprezzare così come il virtuoso primo violino di Simone Pirri o il clavicembalo di Marco Crosetto e tutti gli altri a formare un insieme di grande compattezza.
Sala gremitissima, successo pieno.
La recensione si riferisce all'esecuzione del 22 aprile 2022.
Bruno Tredicine