Direttore | James Conlon |
Orchestra della Toscana | |
Programma | |
Wolfgang Amadeus Mozart | Lucio Silla, Ouverture |
Franz Schubert | Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D 485 |
Ludwig van Beethoven | Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 |
Per questo concerto con l'Orchestra della Toscana, compagine della quale è Direttore onorario, James Conlon ha scelto un programma che guarda al Settecento, seppur da angolature diverse, e la figura di Mozart aleggia su ognuno dei brani in programma.
La Sinfonia n. 5 di Franz Schubert si rifà molto apertamente al Salisburghese: elegante nella forma e negli sviluppi, composta per un'orchestra di limitate risorse e destinata ad esecuzioni in ambito amicale, ebbe la sua consacrazione pubblica solo nel 1841. La luminosità dei temi ed i loro sviluppi ne fanno certamente una delle sinfonie più serene ed equilibrate dell'intera produzione schubertiana.
James Conlon sembra conoscere appieno i segreti e le sottigliezze di questa splendida pagina, i colori tenui e le fresche armonie: ne deriva una lettura di indubbio fascino, elegante, morbida e molto debitrice del modello mozartiano. Il direttore lascia respirare l'orchestra, che lo segue con molta partecipazione, e fa davvero molto piacere sentire l'Orchestra della Toscana suonare così bene, con un bel colore degli archi e con interventi precisi dei fiati.
Per quanto riguarda l'esecuzione della Sinfonia n. 2 di Ludwig van Beethoven (composizione degli anni 1800-1802 i cui modelli sono scopertamente Haydn e Mozart dai quali però il musicista tenta di distaccarsi) ci sembra che il direttore americano ne dia tutto sommato una lettura abbastanza prevedibile, anche se coinvolgente e di indubbia presa.
All'interno di questa che potremmo definire “rassicurante normalità” il momento migliore è forse stato il secondo tempo Larghetto col suo raffinato dialogo interstrumentale e nel quale Conlon sembra trovarsi molto a suo agio (con il sostanziale apporto dei professori della compagine orchestrale), mentre ci sono parsi meno personali i momenti di più acceso vigore e di “beethovenismo” (se ci si passa l'espressione) più spinto.
Ad inizio serata è stata anche eseguita l'Ouverture dal Lucio Silla, pagina fresca e un po' poco personale di un Mozart appena sedicenne, composizione che ha messo in luce (come del resto ha fatto tutto il programma) l'ottima condizione dell'Orchestra della Toscana sia nel suo complesso sia negli interventi dei singoli, in un repertorio che sembra il suo d'elezione.
Purtroppo il pubblico del Teatro Verdi non era particolarmente folto, ma ha rivolto applausi molto calorosi a direttore e orchestra.
La recensione si riferisce al concerto del 16 novembre 2023.
Fabio Bardelli