Direttore | Hankyeol Yoon |
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del coro | Lorenzo Fratini |
Programma | |
Johannes Brahms | Akademische Festouvertüre (Ouverture accademica) op. 80 |
Nänie (Lamento) op. 82 | |
Das Schiksalslied (Canto del destino) op. 54 | |
Antonìn Dvorák | Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 |
Tre pagine brahmsiane di cui due di straordinaria bellezza (le composizioni sinfonico-corali) costituiscono la prima parte di questo concerto fiorentino diretto dal giovane coreano Hankyeol Yoon, uno dei nomi nuovi della direzione d'orchestra, al suo debutto in Italia. Con una breve introduzione la serata è stata dedicata dal Teatro del Maggio alla memoria del grande direttore Seiji Ozawa recentemente scomparso (del suo decesso abbiamo saputo solo tre giorni dopo), del quale si ricordano memorabili serate al vecchio Teatro Comunale. Fra l'altro, una parte del programma per le sue caratteristiche di intensità espressiva si prestava egregiamente alla commemorazione.
Hankyeol Yoon nella veste di direttore (lo specifichiamo, perché è anche compositore) ha vinto lo scorso anno il Premio Herbert von Karajan per giovani direttori d'orchestra, onorificenza che va ad aggiungersi ad un nutrito curriculum, e si sa già che debutterà a Salisburgo nel prossimo mese di agosto interpretando musiche di Bruch e Chaikovsky.
L'apertura di questa serata fiorentina avviene però con la nota Ouverture accademica di Johannes Brahms, pagina letta da Yoon con una certa discontinuità (si tratta notoriamente di musica d'occasione, e non è certamente qui che si coglie il miglior Brahms), caratteristica che ci sembra caratterizzare anche la Sinfonia n. 8 di Antonín Dvořák eseguita nella seconda parte della serata.
Dopo l'Ouverture accademica, le due successive composizioni in programma sono invece particolarmente interessanti (incidentalmente possiamo dire che fra Brahms e Dvořák correvano sentimenti di reciproca stima): due brevi brani sinfonico-corali su testi di Schiller (Nänie op. 82) e di Hölderin (Das Schicksalslied op. 54) nei quali caratterizzante è la parte del coro. Pagine di piccole dimensioni, ma profonde e di grandissimo fascino, che il giovane direttore Hankyeol Yoon sembra leggere con un po' di circospezione. L'esecuzione pare anche risentire del non perfetto bilanciamento coro-orchestra, con i coristi che a tratti sovrastano la nutrita compagine orchestrale; probabilmente il direttore non ha fatto bene i conti con l'acustica molto generosa della Sala Mehta.
Yoon comunque conosce il fatto suo e viene agevolmente a capo delle due composizioni (un premio dedicato a Karajan non lo si dà certo a caso), anche se in questi brani (come pure, in maniera ancor più accentuata nella Sinfonia di Dvořák) dimostra di curare molto gli impasti ed i rapporti fra gli strumenti quando l'orchestra suona piano, mentre ad un volume maggiore si lascia prendere troppo la mano e risulta piuttosto pesante anziché solenne.
La prestazione del Coro del Maggio Musicale Fiorentino diretto da Lorenzo Fratini è stata magnifica: una compagine davvero ammirevole per intonazione, colori, morbidezza ed espressività. Un appunto da fare è che purtroppo non sono stati proiettati, come sarebbe stato auspicabile e utilissimo, i testi dei due brani.
Hankyeol Yoon ha un gesto non particolarmente accattivante, e nel complesso (almeno a questo primo ascolto) sembra in lui prevalere l'istinto più che la ponderazione. Le stesse caratteristiche si ritrovano nell'esecuzione della Sinfonia n. 8 op. 88 di Dvořák, pagina dall'atmosfera serena, espressiva ed elegante, la cui interpretazione è parsa un po' troppo inficiata da una lettura direttoriale un po' frettolosa e frammentaria, oltre che da fraseggi a volte abbastanza rigidi. Le screziature della bella partitura (eseguita meno di due mesi fa dall'Orchestra della Toscana diretta da Diego Ceretta al Teatro Verdi, e forse si potrebbero evitare simili ripetizioni a così breve distanza di tempo) risultano però piuttosto accurate quando l'orchestra è chiamata a suonar piano; ne risulta quindi un'esecuzione nel complesso abbastanza disuguale. L'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (primo violino Salvatore Quaranta) si comporta molto bene secondo i suoi consueti standard.
Il pubblico della Sala Mehta era davvero scarso ma ha festeggiato tutti con calore.
La recensione si riferisce al concerto del 9 febbraio 2024.
Fabio Bardelli