Violoncellista | Julia Hagen |
Direttore | Diego Ceretta |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Programma | |
Dmitrj Shostakovich | Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore op. 107 per violoncello e orchestra |
Antonìn Dvoràk | Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal Nuovo Mondo |
A seguito dei cambiamenti avvenuti all'interno del Teatro del Maggio con la nomina del Commissario Onofrio Cutaia e a seguito della rimodulazione del calendario, viene data al pubblico l'occasione di ascoltare con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino il giovane Diego Ceretta, attualmente direttore principale dell'Orchestra della Toscana, che noi abbiamo ascoltato pochi mesi fa al Teatro Verdi.
La sostituzione di Andrés Orozco-Estrada, direttore previsto per questa serata, offre così al pubblico fiorentino l'opportunità di ascoltare (o riascoltare, per chi fosse stato presente al Verdi lo scorso febbraio) il giovane direttore milanese seppur con un programma in parte cambiato rispetto a quello inizialmente previsto, ma sempre con la partecipazione della violoncellista Julia Hagen.
Il concerto è in collaborazione con l'Orchestra della Toscana e la ventilata osmosi fra le varie associazioni musicali cittadine (da noi sempre auspicata) è da salutare con estremo favore: ci auguriamo che abbia importanti sviluppi futuri nell'interesse della vita musicale fiorentina.
Dire qualcosa di nuovo con una sinfonia famosissima e che vanta innumerevoli esecuzioni come la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal Nuovo Mondo di Dvoràk è molto difficile; Diego Ceretta ce ne offre una una lettura compatta e tesissima dalla prima all'ultima nota. Colpiscono anzitutto la sicurezza e la decisione del giovane direttore, che con un gesto preciso domina con autorevolezza la compagine orchestrale e che fin dalle prime note della celeberrima composizione gioca le sue carte mostrando le sue idee chiare. D'altra parte la pagina si presta alle sue attuali caratteristiche direttoriali, fatte però non solo di impeto e tensione ma anche di grande ascendente sull'orchestra, che sembra conoscere nelle sue più riposte pieghe. Fin dal primo movimento Diego Ceretta esaspera i contrasti, ma sempre con criterio e facendo sì che questa caratteristica rientri in una “lettura” della composizione: basta però sentire con quali finezze definisce il secondo tempo (quello della famosa frase del corno inglese) per capire che il suo dominio sull'orchestra non è fondato solo sulla compattezza un po' esteriore e d'effetto, ma su una sua profonda conoscenza e sulla ricerca spasmodica di colori e piani sonori intensi e ed emozionanti.
Nella prima parte della serata la giovane solista Julia Hagen presenta una bella esecuzione del Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore op. 107 per violoncello e orchestra di Dmitrj Shostakovich, scritto nel 1959 e dedicato a Mstislav Rostropovich. Forse alla Hagen manca una più matura personalità d'interprete, ciò non toglie che la violoncellista sappia venire a capo con onore di una pagina assai difficile; l'accompagnamento orchestrale di Ceretta è assolutamente esemplare, con una tensione notevolissima presente sempre nel tessuto orchestrale, anche se con la caratteristica a volte di sovrastare la solista (ma questo può essere imputato alla generosa acustica della Sala Mehta).
L'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in gran serata ha fatto come al solito una bellissima figura, sia nel suo insieme che nelle sue ottime prime parti.
Successo calorosissimo per tutti da parte di un folto pubblico, con un bis bachiano per la Hagen.
La recensione si riferisce al concerto del 19 maggio 2023.
Fabio Bardelli