Cio Cio-San | Renata Campanella |
B.F.Pinkerton | Giuseppe Infantino |
Suzuki | Anna Malavasi |
Sharpless | Filippo Polinelli |
Goro | Stefano Consolini |
Lo zio Bonzo | Massimiliano Catellani |
Il Principe Yamadori | Fabio Tamagnini |
Kate Pinkerton | Federica Venturi |
Lo zio Yakusidè | Giacomo Gandaglia |
L'Ufficiale del Registro | Giacommo Gandaglia |
Il Commissario Imperiale | Giulio Alessandro Bocchi |
Dolore | Romeo Lunedei |
Direttore | Stefano Giaroli |
Regia e Luci | Alessandro Brachetti |
Scene e costumi | Arte scenica |
Maestro del Coro | Maria vittoria Primavera |
Orchestra Filarmonica delle Terre Verdiane | |
Coro dell'Opera di Parma |
La stagione lirico-concertistica del Teatro Magnani di Fidenza che comprende tre opera liriche, un'operetta e due appuntamenti sinfonici apre con Madama Butterfly, in omaggio a Giacomo Puccini del quale tra pochi mesi ricorre il centenario della scomparsa.
L'allestimento realizzato da Arte scenica di Reggio Emilia, per la regia di Alessandro Brachetti, ambienta lo spettacolo nell'ambito della più stretta tradizione.
Una nota di freschezza, che rende ancor più amara la narrazione, viene dal rafforzamento della figura di Dolore.
Infatti grazie alla disinvoltura scenica del piccolo Romeo Lunedei, capelli biondi e occhi azzurri, vediamo il figlioletto di Butterfly muoversi con naturalezza tra le leggere pareti della casa a soffietto e reagire, con deliziosi gesti infantili, allo sconforto, alla gioia, alla speranza, alla disperazione della sua sfortunata madre e alle cure affettuose di Suzuki che, nella vita, è la sua mamma vera.
Musicalmente il punto di forza dello spettacolo è la lettura stringata, rigorosa, solida e coerente di Stefano Giaroli.
L'Orchestra Filarmonica delle Terre Verdiane risponde con prontezza e precisione al suo direttore, mettendo particolarmente in risalto la ricca tavolozza di colori che raffigura in modo evidente la distanza tra due mondi troppo diversi per comunicare tra loro: le asciutte, rarefatte, misteriosamente irrisolte risonanze orientali contro le larghe e magniloquenti melodie occidentali.
Renata Campanella ripropone con successo la sua collaudata Cio Cio-San. Il personaggio le sta a pennello grazie alla tecnica salda e al colore drammatico della voce. Un'ovazione per lei, alla fine dello spettacolo.
Debutta felicemente nel ruolo di F.B. Pinkerton il tenore ventinovenne Giuseppe Infantino. Il timbro morbido e ricco di armonici, il volume vocale importante, la sicurezza scenica, il sorriso seducente rendono convincente e a tratti perfino accattivante il controverso ruolo.
Particolarmente solida e protettiva la figura di Suzuki delineata dal colore scuro e intenso della voce di Anna Malavasi.
Filippo Polinelli è bravo ad esprimere, senza andare sopra le righe, l'imbarazzo del console americano Sharpless per il comportamento leggero e noncurante del connazionale.
Stefano Consolini è un Goro giustamente petulante, Massimiliano Catellani impersona uno zio Bonzo che riesce a non rendersi ridicolo, così come è dignitoso e privo di inutili caricature il principe Yamadori di Fabio Tamagnini.
Rimane un po' troppo in secondo piano, forse per scelta registica, la Kate Pinkerton di Federica Venturi, le sue poche ma fondamentali frasi mancano della necessaria incisività.
Efficaci, nei ruoli di Commissario Imperiale e di Ufficiale del Registro/Yakusidè, Giulio Alessandro Bocchi e Giacomo Gandaglia.
Corretta e pertinente la prestazione del Coro dell'Opera di Parma diretto da Maria Vittoria Primavera anche se, a causa della formazione ridotta, il suono risulta a tratti un po' troppo leggero.
La palpabile commozione del foltissimo pubblico e gli applausi convinti decretano il successo di questa felice apertura di stagione.
La recensione si riferisce alla recita del 9 novembre 2023
Patrizia Monteverdi