Autore | Francesco Pasqualetti |
Editore | Rizzoli |
Prima edizione | Febbraio 2022 |
Pagine | 464 |
ISBN | 978-8817161169 |
Prezzo di copertina | € 16 |
Una grande partita a scacchi, tra i pezzi ci sono Caterina di Russia e Andrej Razumovskij, Mozart e Cimarosa, Leopoldo II e Filippo Mazzei, il priore della Certosa di Calci e Karl Lichnowsky, la scacchiera è l’Europa di fine Settecento. Questa l’ambientazione de La regina della notte, romanzo d’esordio del direttore d’orchestra Francesco Pasqualetti: un affascinante thriller dove storia e intrighi politici sono attraversati da venature di musica.
Il quadro degli eventi è estremamente variegato e complesso, ricostruito con dovizia di dettagli e grande precisione anche perché, come l’autore stesso precisa nella nota conclusiva, il testo è frutto di una corposa ricerca pluriennale che viene infine resa in forma di romanzo (da sottolineare “l’anomalia” per il genere di una bibliografia essenziale riportata al termine del volume), ma l’aspetto rilevante è che il tutto viene narrato con una tale fluidità, una tale naturalezza da non concedere spazi alla pesantezza; la penna di Pasqualetti si presenta invero fresca e molto felice, in grado di catturare il lettore sin dalle prime pagine, i complicati giochi della politica internazionale si incastrano alla perfezione come i meccanismi di un orologio, la prosa è avvincente, dal taglio cinematografico, asciutta ed estremamente funzionale alla narrazione. Un valore aggiunto è la gestione della questione musicale: non è ahimè infrequente acquistare un giallo ambientato nel mondo della musica o della pittura o della letteratura per accorgersi troppo tardi di avere fra le mani dei saggi malcelati; Pasqualetti, da buon musicista, senz’altro riserva all’argomento un posto importante ma non ha trasformato il suo romanzo di un corso di storia della musica e non si spinge mai in territori che richiedano il consulto della Garzantina o di Wikipedia. In breve, il romanzo è buono ma soprattutto funziona: il ritmo è estremamente naturale, lento quando occorre e serrato quando necessario, i dialoghi hanno una fluidità strepitosa (e non è affatto scontato), esiste la contemplazione ma anche l’azione e tutto concorre a restituire un’immagine viva e carnale del Secolo dei Lumi, spazzando via l’esteriorità di corti smancerose e manichini incipriati.
Un aspetto che merita attenzione è quello già accennato della ricostruzione storica perché risulta del tutto verosimile. Al di là delle affermazioni dell’autore, che ci sia una documentazione monumentale o che sia per buona parte farina del sacco di Pasqualetti, da questo punto di vista è irrilevante: lo scrittore evoca un mondo estinto e lo rivitalizza con grazia magistrale. Entrando più nel merito di cosa è reale e cosa è invenzione romanzesca, sarebbe davvero interessante consultare le fonti perché alcuni fatti - ma anche alcune congetture - esposti nel corso del romanzo meriterebbero di essere approfonditi dagli specialisti del settore. Un esempio per tutti è il caso di Mozart, della cui morte di parla proprio nelle prime pagine della Regina della notte: il suo omicidio per motivazioni politiche è narrato in modo estremamente intelligente e di grande fascino, nella realtà come evento rimane improbabile eppure Pasqualetti tocca alcuni tasti che fanno sorgere più di un interrogativo come quello della fossa comune: non ha mai avuto senso che una personalità come Mozart, Cavaliere dello Speron d’Oro, artista di fama internazionale e kammermusicus della corte degli Asburgo-Lorena fosse tumulato in una fossa comune e il testo offre più di uno spunto per intraprendere studi seri in tal senso.
Un libro ricco di fascino e di misteri, perfetto sia per gli appassionati ma anche per i lettori curiosi, senz’altro voluminoso ma che si legge con piacere tanto in poltrona quanto sotto l’ombrellone.
Luca Fialdini