È notizia del mese scorso la nomina di Paolo Petrocelli quale sovrintendente della Dubai Opera House. News che, da italiani, ci inorgoglisce e al contempo ci fa sorgere una punta di malinconia riportando prepotentemente in auge il fenomeno della "fuga di cervelli". Del resto, è sufficiente scorrere velocemente il curriculum formativo e professionale di Petrocelli per comprendere immediatamente il valore aggiunto che questo manager può portare alla gestione ed organizzazione di un'importante realtà teatrale. Queste le ragioni che ci hanno spinto a contattare il neo-sovrintendente per fargli alcune domande.
Buongiorno Paolo, innanzi tutto congratulazioni per la sua fresca nomina a capo della Dubai Opera House.
Grazie mille.
Quali sono le ragioni che l'hanno portata ad accettare questo nuovo importante incarico a Dubai?
Ho sempre inteso la mia carriera professionale come un cammino di crescita, condivisione e partecipazione attraverso cui proiettarmi in una dimensione globale e multiculturale.
Guidare la Dubai Opera, rappresenta per me una straordinaria opportunità per misurami ancora di più a livello internazionale. Senza dubbio, Dubai è una delle piattaforme più vibranti e dinamiche al mondo.
Poter contribuire al rafforzamento e allo sviluppo della sua dimensione culturale e della sua identità artistica, è una responsabilità importante ed una sfida impegnativa. Mi sto dedicando a questo nuovo incarico con il massimo livello d’impegno e con l’entusiasmo e la passione di sempre. La Dubai Opera può rappresentare un faro di straordinaria importanza per la Regione del Golfo ed il Medio Oriente tutto. Un grande orgoglio poter contribuire alla crescita di questa istituzione.
Questo importante teatro arabo è proprietà statale o privata?
La Dubai Opera è un progetto di Emaar, la più grande società multinazionale di sviluppo immobiliare degli Emirati Arabi Uniti.
L’Opera è dunque un’iniziativa privata che svolge un ruolo centrale all’interno dell’ecosistema culturale emiratino tutto: è un centro polifunzionale all’avanguardia con 2.000 posti ed una splendida struttura altamente tecnologica, posizionata nel centro di Dubai downtown.
A partire da settembre 2016, la DO presenta ed ospita una varietà di produzioni e spettacoli che spaziano dall'opera al balletto dalla musica sinfonica al musical dalla musica da film al jazz la world music e il pop.
L’obiettivo principale ora è quello di elevare al massimo la qualità artistica dell’intera programmazione e rafforzare l’identità cultura dell’istituzione stessa, rendendola ancora più distintiva e riconoscibile a livello globale.
La sua formazione è davvero a 360°; tra l'altro è anche diplomato in violino. Non ha mai pensato di intraprendere una carriera prettamente musicale?
La musica ha segnato profondamente il mio cammino di crescita.
A 9 anni ho cominciato a suonare il violino. A 14 anni sono stato ammesso al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Dopo quasi vent’anni passati a suonare – tra spartiti, leggii e sale da concerto – e dopo aver conseguito il diploma in Conservatorio e la laurea in lettere e musicologia presso l’Università Sapienza di Roma, ho deciso di chiudere definitivamente la custodia del violino per dedicarmi al management artistico e culturale.
La mia prima esperienza all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel 2008. Da lì, è cominciata la mia carriera professionale.
Negli anni ho cercato poi di coniugare la formazione accademica in ambito artistico-umanistico, con una formazione avanzata in ambito economico-manageriale. Ho conseguito così un Dottorato in Economia della Cultura all’Università IULM di Milano e un Executive MBA presso la SDA Bocconi. Credo molto nell'idea di “lifelong learning”, penso sia fondamentale rafforzare ed aggiornare le proprie competenze, anche in ambito accademico.
Quali sono le ragioni che l'hanno portata ad occuparsi principalmente del management in ambito teatrale?
Nel 2014, all’eta di 30 anni, sono stato nominato nel consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma (tra i più giovani consiglieri ad essere stati eletti nella storia del teatro). Un grande privilegio ed una grande responsabilità. Dal 2015 al 2021 ho collaborato come Assistente per lo sviluppo internazionale e le relazioni esterne del Sovrintendente del Teatro Carlo Fuortes.
Sono stati sei anni meravigliosi, in cui ho compreso appieno l’importanza del ruolo del manager culturale: una professione che penso si debba svolgere come una vera e propria missione a servizio della comunità.
Qual è oggi il suo rapporto con la musica? È anche appassionato d'opera?
Quello di sempre: viscerale ed inscindibile.
La mia personalità si è plasmata sulle note di Schubert, Bruckner, Ravel, Debussy, Morricone ed i brani dei Led Zeppelin, Pink Floyd, Nirvana, John Coltrane, Björk, De Andrè. La musica è costantemente al centro di tutto il mio operato.
Con l’esperienza al Teatro Costanzi di Roma ho avuto modo di scoprire il mondo dell’opera da dentro. Ne è nata così una passione autentica e profonda.
Con quale spirito si appresta ad affrontare questa nuova importante avventura?
Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di passare da una grande sfida professionale all’altra.
Prima di trasferirmi negli Emirati Arabi, ho contribuito alla crescita e alla trasformazione di una delle più grandi eccellenze italiane nel campo dell’alta formazione musicale, l’Accademia Stauffer di Cremona.
Durante il mio mandato di Direttore Generale, ho avuto il compito di aprire la nuova sede dell’Accademia (un palazzo storico di 2.000 metri quadri, convertito a campus musicale) e creare il progetto di sviluppo internazionale dello Stauffer Center for Strings, il primo centro musicale internazionale dedicato interamente agli strumenti ad arco.
Ora la sfida della Dubai Opera. Non capita spesso di poter contribuire allo sviluppo e il consolidamento di un'opera house inaugurata solo da pochi anni.
In questa fase, sono impegnato nella definizione del nuovo piano strategico. Una cosa è chiara: l’obiettivo è quello di fare della Dubai Opera il palcoscenico per le culture del mondo. Una piattaforma vibrante e dinamica capace di generare valore sociale ed economico attraverso l’eccellenza artistica e l’innovazione.
Per il futuro sogna di tornare in Italia a dirigere un'importante Fondazione Lirico Sinfonica?
Per il futuro, mi auguro che una nuova generazione di manager culturali italiani sia capace di schierarsi in prima linea con coraggio e determinazione, per guidare con rinnovata energia, competenze, entusiasmo e creatività le nostre fondazioni.
Se potrò dare il mio contributo, lo farò come sempre con grande senso di responsabilità e dedizione totale. Mi auguro davvero che questo possa avvenire però all’interno di un meccanismo di rinnovamento e cambiamento più sistemico e radicale, e non come un’opportunità individuale.
È stato recentemente nominato dal World Economic Forum come Young Global Leader. Cosa significa questa nomina e cosa comporta in termini di impegno? Ce ne parlerebbe?
Questa nomina è molto più di un traguardo personale. Rappresenta un riconoscimento dell'impatto positivo che la cultura e le arti sulle comunità in tutto il mondo.
Il World Economic Forum seleziona ogni anno circa 100 personalità under 40 tra le più influenti a livello globale: giovani leader che tramite il loro impegno civile e professionale sono riusciti ad affermarsi per la loro capacità di generare un impatto positivo a livello internazionale in diversi ambiti fra cui: politica business scienza cultura sport media.
È stato un grande onore poter entrare a far parte della comunità degli Young Global Leaders, come unico membro italiano per il 2023. A partire dai prossimi mesi, sarò impegnato in un programma avanzato di formazione e networking, che mi porterà ad interagire con alcune tra le personalità più dinamiche e stimolanti a livello mondiale. Un'occasione unica per portare l'arte e la cultura al centro del dibattito globale sulle sfide dell’umanità.
Il prossimo Summit degli Young Global Leaders si terrà ad ottobre proprio a Dubai. Sarà una bella opportunità per incontrarli e riceverli tutti alla Dubai Opera!
Buon lavoro!
Grazie e complimenti alla vostra redazione per l’importante lavoro che porta avanti.
Danilo Boaretto