Mario Del Monaco nacque Il 27 luglio del 1915 a Firenze, da padre napoletano e madre fiorentina. Visse a Cremona sino al 1924 quando dovette trasferirsi in Libia, ove il padre, funzionario statale, era stato inviato dal Governo.
Quando tornò in Italia, dopo circa quattro anni, si stabilì a Pesaro.
Nella città di Rossini, all'età di tredici anni Del Monaco inizia a studiare il violino, pur se la voglia di cantare era già in lui. Fu così che frequentando l'ambiente musicale pesarese, conobbe il Maestro Raffaelli, che lo iniziò all'arte del canto. Raffaelli, scoprì le precocissime qualità vocali ed interpretative, e lo preparò al debutto in un' opera quasi sconosciuta di Massenet, Il Narciso.
Nello stesso periodo, il critico del "Corriere Adriatico" di Ancona presente ad uno dei primi concerti del giovane Mario nel 1929, scrisse: "Il quattordicenne Mario del Monaco, allievo del valente Maestro Raffaelli si è rivelato un tenore dalla voce robustissima, una vera promessa. In "Serenata dei convolvoli" del Maestro Raffaelli, nella " Preghiera dei bimbi d'Italia" pure di Raffaelli ed in altre romanze, che ha dovuto bissare, Mario del Monaco ha affermato le sue autentiche qualità: egli, come oggi si presenta, costituisce un fenomeno che a giudizio di competenti, in un domani non lontano, sboccerà in un artista dalla voce possente."
Dopo questo brillante debutto, Mario del Monaco inizia a studiare canto seriamente da un insegnante che aveva studiato con Bonci, dal maestro Cohen. Questa nuova insegnante lo costrinse ad alleggerire l'emissione ed il repertorio, perchè lo considerava incompatibile col fisico gracile che si ritrovava all'età di 16 anni. Quindi iniziò a preparare Don Pasquale, Il Matrimonio Segreto ed opere mozartiane, con il risultato che dopo due anni la vera voce di Del Monaco si era praticamente dissolta. Fortunatamente un suo amico e futuro celebre direttore d'orchestra Lamberto Gardelli, lo accompagnò dal Maestro Arturo Melocchi, docente al conservatorio di Pesaro. Melocchi ebbe l'intelligenza di comprendere subito la particolare vocalità di Del Monaco e gli disse:"Può darsi che intorno ai 19 anni la tua voce cambi in chiave di baritono, ma non credo; per me sei tenore". Questa frase fa comprendere tutta l'eccezionalità di una voce già così matura in un ragazzino di 16 anni, tanto da far credere che potesse scurirsi ulteriormente da diventare baritono. Il Maestro Melocchi, ne rifinì le doti vocali tanto che, nel 1936, egli vinse una borsa di studio presso il Teatro Reale dell'Opera di Roma, interpretando un torrenziale "Improvviso" dell'Andrea Chènier.
Fra i 5 vincitori di questo concorso, su 180 concorrenti, oltre a Del Monaco e a Taddei, vi era Rina Filippini, che cinque anni dopo, nel giungo del 1941 divenne sua moglie.
Con la vincita del concorso dell'Opera di Roma, acquisì il diritto di frequentare i corsi di perfezionamento. Purtroppo gli insegnanti, per la seconda volta si convinsero di dover ritoccare il repertorio di Del Monaco, guidandolo verso Rigoletto, Traviata, La Favorita, Il Barbiere di Siviglia.
Il risultato fu che per la seconda volta la sua possente vocalità rimase gravemente compromessa. Tornò quindi da Melocchi il quale, offeso, respinse Del Monaco dicendogli: " ti avevo avvertito che ti avrebbero rovinato, la tua è una voce eccezionale e da tale doveva essere trattata".
Con l'opera di convincimento di Rina il Maestro Melocchi accettò di riprendere il suo vecchio allievo ed in sei mesi,Mario ritrovò la sua vocalità.
Nel 1939 Mario del Monaco, debuttò in Cavalleria Rusticana al Teatro Comunale di Cagli. Due anni dopo a Milano, dopo qualche intoppo causato dalla guerra e superato grazie al contributo di un colonnello "melomane", Gino Ninchi, la sua carriera prese la piega giusta poichè l'impresario del Teatro Puccini, decise di scritturarlo per quattro recite di Madama Butterfly (1941)
La guerra comunque condizionò l'avvio dell'attività artistica di del Monaco, che riprese a pieno ritmo soltanto nel 1947 esordendo con grande successo all'Arena di Verona con AIDA.
Da allora fu un susseguirsi di successi internazionali. L'edizione scaligera di Andrea Chenièr, del 1949, approntata per la commemorazione della morte del grande Umberto Giordano e diretta da Victor De Sabata, dopo che nel '46 egli stesso preparò l'opera con lo stesso Giordano,
Ritornò alla Scala nel 1950 per Aida con Maria Callas e nello stesso anno, al San Carlo di Napoli, durante le recite di Bohème, ricevette l'offerta del Colon di Buenos Aires per interpretare il suo primo Otello. L'anno precedente al Colon aveva cantato Turandot, La Forza del Destino, Il Trovatore, Tosca e La Traviata.
Otello (21/7/1950) fu un successo trionfale. La critica scrisse: "L'Otello di Del Monaco resterà nel libro d'oro della storia del Teatro Colon". Nel settembre del 1950 debutta a San Francisco con Aida. Rudolf Bing, direttore del Metropolitan Opera House di New York, gli offrì 350 dollari la settimana per portarlo al Met. Del Monaco , gli rispose: "andiamo ad una transizione, di ritorno dal San Francisco mi fermo a New York e le canto una recita di Manon Lescaut gratis, come ospite, se il pubblico e la critica mi saranno favorevoli lei mi farà il contratto per il prossimo anno, ma non a settimana, bensì a recita". L'accoglienza del pubblico e della stampa fu entusiastica e Del Monaco partì con un contratto per due anni, ventiquattro recite garantite ed inaugurazione della stagione 1951/52 con Aida. Al Met resterà nove anni inaugurando quattro stagioni, due Aide con Milanov, Norma con Maria Callas nel 1957, e Tosca con Renata Tebaldi, nel 1959. Nel 1955 mette in scena Andrea Chènier, che non si presentava al Met da ventisette anni. dal 1950 al 1960 Del Monaco si alternerà nelle inaugurazioni del Met e della Scala, che aprirà nel 1953 con La Wally, nel 1956 con Norma e nel 1959 con Otello. All'Arena di Verona cantò dal 1946 al 1955, acclamatissimo in Aida, La Cavalleria Rusticana, La Gioconda, Carmen, Otello, La Forza del Destino, Il Trovatore e Andrea Chènier, queste ultime tre in venti giorni nel corso della stagione.
Il 13 dicembre del 1963 un incidente di auto, a Roma, lo immobilizzò per otto mesi e gli impedì il ritorno alla Scala, dove, nel maggio 1964, avrebbe dovuto cantare Rienzi di Wagner. Ciò nonostante nell'agosto del 1964 ritornò sulla scena con Tosca a Torre del Lago, poi passò al Teatro Greco di Siracusa per Carmen ed a Lucca per Otello. Nel 1968/69, Budapest lo accolse trionfante in Otello, Sansone, Dalila. Al San Carlo di Napoli con tutta la compagnia di questo teatro ritornò per l'ultima volta in Brasile nuovamente con Otello. Sarà Bruxelles, ad ascoltare la sua ultima grande interpretazione di Otello. Nel 1972 tornò al San Carlo di Napoli mettendo in scena Stiffelio. Nel 1973, dopo 17 anni di assenza, ritorna a Vienna allo Staatsoper con I Pagliacci: il pubblico in delirio lo chiamò alla ribalta per ben 17 volte. A Parigi, nel 1973 si ripresentò per il suo ultimo recital in teatro alla Salle Pleyel. Di nuovo in Italia, nel 1974 a Torre del Lago per la commemorazione della morte di Puccini, interpretò magistralmente Luigi nel Tabarro e tornò a Vienna per i Pagliacci. Nel marzo del 1975, chiamato dal San Carlo di Napoli e dal Teatro Massimo di Palermo per i Pagliacci, accetterà di cantare in questi teatri undici recite in venti giorni, all'età di 60 anni. Con queste recite, darà l'addio alle scene, lasciando un vuoto incolmabile ed un ricordo indimenticabile. Mario Del Monaco detiene un record difficilmente eguagliabile, avendo interpretato per ben 427 volte il ruolo di Otello.
Venne definito dal suo collega Lauri-Volpi, "il SI bemolle più bello della lirica" e quanti lo ascoltarono in teatro furono testimoni dell'impressionante potenza e ricchezza di armonici della sua voce.
Dopo essersi dedicato all'insegnamento del canto, morì a Mestre il 16/10/1982.
SPECIALE dedicato a Mario Del Monaco nel centenario della nascita
Danilo Boaretto